I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono una categoria di difficoltà che colpiscono milioni di persone, tra cui bambini, adolescenti e adulti. Questi disturbi sono caratterizzati da problematiche nell’apprendimento di abilità specifiche, come la lettura (dislessia), la scrittura (disgrafia) e il calcolo (discalculia). Nelle ultime decadi, sono stati oggetto di crescente attenzione e ricerca, portando alla definizione di linee guida precise per la diagnosi e il trattamento.
Cosa sono i DSA?
Il termine “Disturbi Specifici dell’Apprendimento” si riferisce a un gruppo di difficoltà legate a specifiche competenze scolastiche, come la lettura, la scrittura e il calcolo. Nel DSM-IV TR, venivano distinti in tre categorie: dislessia, disgrafia e discalculia. Tuttavia, il DSM-5 ha scelto di unificare questi disturbi sotto un’unica etichetta di “DSA”, pur specificando che possono manifestarsi in forme differenti, come una maggiore difficoltà nella lettura, scrittura o calcolo.
L’incidenza dei DSA
In Italia, circa il 4% della popolazione scolastica è colpita da DSA, ma nei paesi anglosassoni la percentuale può raggiungere anche il 10%. Ciò significa che milioni di bambini, famiglie e insegnanti si trovano a fronteggiare ogni giorno queste difficoltà. Nonostante la crescente consapevolezza del fenomeno, c’è ancora molto da fare per garantire un supporto adeguato e completo per questi individui.
La Diagnosi e la Legge Italiana
Nel nostro Paese, la sensibilità legislativa verso i DSA è aumentata negli ultimi decenni. Nel 2004 è stata introdotta la Circolare Ministeriale 4099/A/4 che ha dato il via all’uso di strumenti compensativi e dispensativi. Gli strumenti compensativi aiutano a ridurre gli effetti negativi del disturbo, come l’uso di audiolibri o tecnologie assistive. Gli strumenti dispensativi, invece, esonerano lo studente da alcune attività che risultano difficili, come scrivere a mano o risolvere problemi matematici complessi.
L’approccio clinico e la valutazione
Il trattamento dei DSA si basa su un approccio clinico che combina una valutazione precisa dei deficit e l’adozione di un intervento individualizzato. La pratica clinica riguardo i DSA ha trovato una certa standardizzazione grazie alle Raccomandazioni per la pratica clinica sui disturbi specifici dell’apprendimento, pubblicate nel 2007. Queste linee guida identificano come caratteristiche principali dei DSA la specificità (cioè la difficoltà limitata a lettura, scrittura e calcolo) e la discrepanza (ovvero la differenza tra le abilità scolastiche e l’intelligenza generale).

Le caratteristiche principali dei DSA
I DSA presentano alcune caratteristiche comuni che possono aiutare nella diagnosi, come:
- Carattere evolutivo: i disturbi sono presenti fin dalla prima infanzia e tendono a persistere nel tempo.
- Assenza di deficit sensoriali o danni neurologici: i bambini con DSA hanno capacità sensoriali e neurologiche normali.
- Assenza di disturbi relazionali primari: i bambini con DSA non hanno problemi significativi nelle relazioni sociali.
- Presenza di normali opportunità educative: il disturbo non è dovuto a carenze educative.
- Comorbilità con altri disturbi: spesso i DSA sono associati a problematiche come ansia, disturbi dell’umore o difficoltà comportamentali, ma non esiste un modello eziologico comune.
- Impatto significativo sulla vita scolastica: le difficoltà di apprendimento interferiscono con le performance scolastiche e con la vita quotidiana.
La Legge 170/2010
Un momento significativo per il riconoscimento dei DSA in Italia è stato l’introduzione della Legge 170/2010, che ha riconosciuto ufficialmente l’esistenza di disturbi dell’apprendimento. La legge stabilisce una serie di misure che devono essere adottate dalle scuole per garantire che gli studenti con DSA ricevano un supporto adeguato.
Le principali misure previste dalla legge includono:
- Didattica individualizzata e personalizzata: la didattica deve essere modulata in base alle caratteristiche individuali dello studente, con l’utilizzo di metodi e strumenti che favoriscano il suo apprendimento.
- Strumenti compensativi: l’uso di strumenti tecnologici e metodologici (ad esempio, audiolibri, calcolatrici) per ridurre le difficoltà legate al disturbo.
- Misure dispensative: alcune attività scolastiche possono essere dispensate per evitare che gli studenti si sentano sovraccarichi o incapaci di affrontarle con successo.
- Adeguate forme di verifica e valutazione: le modalità di valutazione devono essere adattate alle difficoltà degli studenti con DSA, in modo che non vengano penalizzati per il disturbo.
Trattamenti e Interventi per i DSA
La terapia per i disturbi dell’apprendimento deve essere personalizzata e basata su un approccio multidisciplinare che coinvolga psicologi, educatori e specialisti del settore. Gli interventi possono comprendere:
- Interventi psicologici: la psicoterapia, come la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT), può aiutare a gestire l’ansia e la bassa autostima spesso associati ai DSA. Inoltre, il supporto psicologico aiuta a sviluppare strategie per affrontare le difficoltà scolastiche.
- Interventi educativi: il supporto da parte degli insegnanti, con un’adeguata formazione sui DSA, è fondamentale. Gli insegnanti possono adottare strategie didattiche mirate, come la suddivisione dei compiti in piccole parti, l’uso di supporti visivi e la modifica dei tempi di svolgimento degli esercizi.
- Tecniche di riabilitazione: esistono specifici programmi di riabilitazione per migliorare la lettura, la scrittura e il calcolo. Tali interventi, se personalizzati, possono risultare molto efficaci nel ridurre l’impatto del disturbo.
Conclusione
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono difficoltà che colpiscono milioni di persone, ma con il giusto supporto e intervento, gli individui con DSA possono riuscire a vivere una vita soddisfacente e a superare le difficoltà scolastiche. La consapevolezza, la diagnosi tempestiva e l’approccio multidisciplinare sono essenziali per garantire il successo dell’intervento. L’Italia, con la Legge 170/2010 e altre iniziative, ha fatto significativi passi in avanti, ma resta ancora molto da fare per sensibilizzare la società e migliorare il supporto alle persone con DSA.
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